Poeta e scrittore romeno. Dopo aver intrapreso gli
studi di Lettere e Filosofia presso l'università ungherese di Cluji, si
trasferì a Bucarest per evitare di compiere il servizio militare sotto
l'Ungheria. Esordì con il volume
Sulla terra del turco (1885)
svolgendo in seguito l'attività di redattore della rivista "Il
seminatore", sulle cui pagine polemizzò con il Simbolismo.
C. si
schierò a sostegno di una poesia di tipo tradizionale, vicina al popolo,
che esaltasse i valori del mondo contadino. Fra le sue raccolte migliori si
ricordano:
Ballate e idilli (1893);
Fili per tessere (1896);
Il
diario di un perdigiorno (1902);
Canti di guerra (1904). Padrone di
un'eccellente tecnica del verso
C. tradusse numerose opere poetiche
straniere: poemi indiani, opere latine (tra le quali le
Georgiche e
l'
Eneide) e tedesche, la
Divina Commedia, poesie di Byron (Hordou,
Transilvania 1866 - Bucarest 1918).